Nicola Salvatore

C'è chi ha occhi per vedere solo le cose, che stanno tra la loro ombra e quella che li guarda, come verità tra due menzogne, come figure tra due macchie, come realtà stabili tra due effimeri giochi di luce. E c'è chi ha occhi per guardare anche le ombre, quelle che stanno sopra e quelle che stanno dietro le cose, e perlustra , vive l'ombra, la vede, come l'unica realtà possibile, dietro la falsa apparenza di ciò che la proietta. Ma la pittura dà occhi per cogliere l'ombra che è dentro le cose, quella che non dipende dal raggio di incidenza della luce, che non si proietta sui muri, che non oscura gli angoli, che non conosce superfici da carezzare, né corpi dei quali assecondare il passaggio. L'ombra che la pittura sa tirar fuori, è quella che diviene visibile solo quando l'oggetto cui apparteneva sta per esserne abbandonato. Sono le ombre che, quando escono dal mondo del tangibile, lo lasciano alla misera nullità dei pesi e delle misure; come l'anima, o ciò che talvolta chiamiamo così, quando lascia il corpo.
In pittura, capita di vedere anime, dipinte con i colori dell'ombra.

Valeria Tassinari